Il 20 agosto 2018 la Christiana Fraternitas è stata visitata dal Vescovo Heinz Lederleintner che ha celebrato i Vespri Ecumenici con la Comunità e con i Fratelli rappresentanti delle altre Confessioni Cristiane. Nutrita la Delegazione di Fratelli Ortodossi
Nonostante il tipico ed insopportabile caldo estivo, la Cappella di Villa Pantaleo (a cui siamo particolarmente legati, come al grembo materno, perché lì abbiamo mosso i nostri primi passi) era gremita, per un momento di preghiera di particolare forza suggestiva. La disposizione dei banchi era "corale": a destra e sinistra, come per richiamare - secondo un'antica simbologia - i cori dei Cherubini e dei Serafini che, a cori alterni, innalzano le lodi a Dio, quasi rimbalzandosi in una danza di gioia i canti di lode. Così noi, abbiamo danzato nel cuore per la gioia di un pezzo di unità... già in atto... quella dei fratelli che pregano insieme!
Presenti alla preghiera oltre a fratelli e sorelle episcopaliani e cattolici romani anche Pastori delle Chiese Ortodosse del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e Mosca.
Omelia del Vescovo
Testo di riferimento Ez 2, 1-33
La crisi come inizio di tutte le vocazioni
Siamo venuti qui perché sentiamo un desiderio, il desiderio di gustare una amicizia e forse aspettiamo qualcosa di veramente straordinario.
La chiamata di Dio, come l’abbiamo sentita adesso nel brano del profeta Ezechiele, sembra veramente straordinaria.
Forse pensiamo che una cosa simile non è mai successa nella vita propria – non è neanche successa nella vita mia.
Per me il fascino di questo racconto consiste nel mistero. E’ un mistero che ci invita ad andare dentro – come fosse una grotta ci invita ad andare dentro – e nella Puglia ci sono tante grotte connesse con eventi miracolosi. Il mistero della “luna rossa” qualche settimana fa ha invitato migliaia di persone a contemplare – e nella contemplazione consiste l’inizio di tutte le esperienze religiose.
Il giovane Ezechiele – come tutti i giovani – era un sognatore. Il suo sogno era di diventare un sacerdote nel tempio, però questo non era possibile. Il tempio era distrutto, l’identità del popolo ebraico sembrava sul punto di sparire. Allora Ezechiele si trovava davanti ad una questione cruciale, una crisi, una domanda importantissima. Lasciare dietro di sé il sogno di una vita importante, significativa, sembrava l’unica uscita. Però questo apre la strada verso la disperazione e verso la depressione. Ezechiene Era proprio rimasto nel “letto dei sogni” e l’alzarsi non sembrava una via d’uscita.
Proprio in questo momento interviene Dio con la chiamata, “alzati, ti voglio parlare”.
Alzati dai tuoi sogni.
I tuoi sogni però sono giusti, ti possono portare sulla via giusta. I tuoi sogni ti mostrano che la vita è più grande delle esigenze e banalità della vita quotidiana.
Ti aprono una strada nella quale trovi la gioia di essere connesso con me, una strada che ti porta verso grandi gioie, verso domande senza risposte immediate, verso dolori che non aspetti.
La chiamata di Dio nasce nei momenti di crisi. La chiamata di Dio è sempre un mistero che ci invita ad andare dentro.
La chiamata di Dio promette gioie e dolori. Dio è realista e non esiste un racconto più realistico della passione di Gesù.
La chiamata di Dio ci apre la strada verso l’avventura di una vita significativa e importante. Una vita che vale la pena di vivere.
Io sono convinto, SIAMO TUTTI CHIAMATI!
Discorso di accoglienza dell'Abate eletto
Care Sorelle e Fratelli, buonasera a tutti e a tutte!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore (Gv 12,12)! Con queste parole voglio accogliere Sua Ecc. za, il fratello Heinz, Vescovo d’Austria per la Chiesa Veterocattolica dell’unione di UTRECHT. Eccellenza grazie per il dono di aver volato da lontano per far visita alla nostra bella e travagliata terra e alla famiglia dell’Ordine Monastico Ecumenico Christiana Fraternitas!
Questa sera sei in una stazione! Sì Heinz, poiché la Christiana Fraternitas non vuole essere altro che un luogo d’incontro della pluralità. Un luogo dove si può scegliere di sostare poco o tanto su di una panchina, forse per vivere un’esperienza da barbone come lo è stato per me per diversi anni. Ma alla stazione ci si reca per un solo motivo: intraprendere un viaggio! I treni che passano da questa stazione sono le prospettive che i Pastori delle diverse confessioni vengono a condividere con tutti e tutte noi per favorire la meta della realizzazione umana e spirituale: Gesù Cristo! Grazie di cuore per aver accettato il nostro invito a nome di tutto l’Ordine e di tutti i partecipanti alla nostra esperienza di fede inclusiva all’insegna dell’ut unum sint (Gv 17,21) e benvenuto a casa tua!
Benedetta colei che viene nel nome del Signore! Benedico ancora il Signore per la presenza in mezzo a noi della Commendataria la Ven.le sorella Maria Vittoria, Arcidiacona per le Comunità italiofone della Chiesa Episcopale in Europa. Venerabile sorella, grazie per aver attraversato il mare dalla Sicilia ed essere approdata in quello di Taranto. Grazie per essere presente alla nostra preghiera. Averti in mezzo a noi è sapere che la sollecitudine del nostro Vescovo Pierre Whalon non smette mai di raggiungerci! È la prima volta che ci visiti ufficialmente come Commendataria; per questo a nome della Christiana Fraternitas ti chiedo di ricevere il laccio verde con la croce che ti spetta per l’Ufficio assunto. Benvenuta a casa tua!
Benedetti coloro che vengono nel nome del Signore! Come non notare che questa sera sono presenti ministri di culto di diverse confessioni (citare nomi), diverse come le lingue che parlavano gli Apostoli nel giorno di pentecoste (cf. At 2,4). Non un ostacolo alla missione kerygmatica della Chiesa, ma una provvidenziale opportunità atta a raggiungere tutti gli uomini e le donne, perché odano parlare delle grandi cose di Dio nelle loro lingue (cf. At 2,11), e cioè nelle loro particolari situazioni esistenziali e spirituali. Benedetti e Benedette coloro che vengono nel nome del Signore! Non posso perdere l’occasione di benedire il Signore per la presenza dei Consiglieri del Capitolo Apostolico che, per diverse strade, lunghe oppure no, ci hanno raggiunto questa sera. Con loro sono presenti i membri dell’Accademia Bonifaciana che per la prima volta si affacciano alla nostra realtà. Grazie anche a voi siete i benvenuti a casa vostra! E ancora grazie a tutti voi, partecipanti, che per noi siete come le folle di cui racconta l’Evangelo: gente mai scontata. Persone che hanno sete di Dio, persone la cui presenza non è mai solo recettiva, bensì è molto di più: istruttiva! Grazie per l’insegnamento che ogni volta ci date! Ancora un ringraziamento mai scontato, se pur qualche volta dimenticato, ai fratelli e sorelle, monaci e monache dell’Ordine Monastico Ecumenico Christiana Fraternitas per la loro dedizione in favore di un ecumenismo di fatto! Infine, grazie e benvenuto anche al mio caro amico, il Maestro Giovanni Pagliaroli, che ci ha raggiunto dal Lazio per venire ad accompagnare con il suono e la sua bella voce la nostra preghiera!
Benedetti poiché per cielo, per mare e per terra siete giunti nel nome del Signore per vivere questo momento di preghiera! Avete commosso il cielo e toccato il cuore di Dio, che ora ci regala la presenza del Figlio (cf. Mt 18,20) e nello Spirito Santo, che soffia dentro di noi, ci farà gridare tutti, al di là della nostra appartenenza confessionale: Abbà (cf. Rm 8,15)! Benvenuti a casa e buona preghiera tutti e tutte! Amen, alleluja!
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