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Un Fonte per la Cappella Santi Benedetto e Scolastica della Christiana Fraternitas

Un'opera che continua il completamento della Casa di Preghiera della nostra Famiglia Monastica Ecumenica: il Fonte in ceramica di Grottaglie intonato al Trittico del Coro monastico.


Perchè un Fonte

Nella Comunità Monastica Christiana Fraternitas non mancano i sacramentali; nella Veglia Pasquale infatti viene benedetta l'acqua per l'aspersione dei fedeli nel ricordo del Battesimo. Anche la Regola di San Benedetto è legata al mistero del Battesimo con molti richiami. Ecco perchè la necessità di inserire un Fonte nella nostra Casa di Preghiera che prima veniva supplito da un contenitore di vetro.


Gli Autori

Il progetto del Fonte è dell'Abate dom Antonio Perrella e si inserisce in uno ancor più grande che riguarda l'armonia artistica, liturgica e mistagogica dell'intero edificio di Culto.

Il progetto viene affidato per la realizzazione in ceramica allo studio d'arte "Terra, acqua &fuoco" di Grottaglie (Ta) e lavorato con maestria artistica da Cinzia Machesotti e Ciro De Felice.




Descrizione

L'opera si presenta in piena armonia con il Trittico del maestro Luigi Manes che campeggia il coro monastico (se vuoi puoi leggere la descrizione nel seguente link: https://www.cf-abbazia-ecumenica.com/post/il-crocifisso-della-christiana-fraternitas). Sono i colori, i melograni e la ferita del costato del Cristo che legano a "doppia mandata" il Fonte alle Icone.

Si tratta di una grande coppa in ceramica alloggiata su di una colonna lignea neogotica.

All'interno, al centro della coppa, vi è una ferita che richiama il fianco squarciato del Cristo sulla croce (cf Gv 19,34). Da questa ferita vengono fuori sangue, acqua ed un cartiglio che si srotola oltre l'interno della coppa per poi attorcigliarsi, con movimento regolare, attorno l'esterno del Fonte. Sul cartiglio vi è incisa, in lingua latina, la citazione del Profeta Ezechiele 47,1: Vidi aquam egredientem de templo, a latere dextro, alleluia: et omnes ad quos pervenit aqua ista, salvi facti sunt, et dicent: alleluia, alleluia. Ho visto l'acqua che usciva dal tempio, dal lato destro, alleluia: e tutti quelli ai quali giunse quest'acqua, Furono salvi, e dicono, alleluia. Il testo favorisce l'immediato collegamento al Corpo di Cristo come tempio dal quale viene fuori quest'acqua che porta la salvezza.

Il significato viene poi meglio simboleggiato, con il traboccare del sangue e dell'acqua dalla coppa che vanno ad irrorare una pianta di melograno i cui frutti che vengono bagnati da questa Grazia si spaccano come a maturazione e quindi pronti per generare altra vita. Quei frutti sono tutti coloro che accolgono l'amore di Dio e si aprono al dono di sé sull'esempio del Cristo. I melograni del Fonte sono dodici come le Tribù di Israele, popolo eletto (cf Gen 49, 28); dodici sono gli apostoli, il nuovo Israele (cf Mt 19,28), attraverso il quale Cristo dona la salvezza all'umanità intera, quella in Lui ricreata.


Donatori

Il progetto è stato possibile grazie all'aiuto economico e per la devozione di: Fr. Franzino Renzullo, Antonietta Castellano, Giovanna Castellano, Gianfranco Massa e Lidia Petrelli, Emilia Patané e Dante Epifani a cui va il nostro ringraziamento e per i quali questa Comunità implora benedizioni dal cielo e accompagna con la preghiera.



PAX

UT UNUM SINT


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