top of page

Te Deum e la lettura di una lettera inaspettata...

"miei amati figlie e figlie, io sono ancora qui, alla porta del vostro cuore e busso (Ap 3, 20) mentre l’anno nuovo fa capolino alle soglie della vostra vita, io vi auguro di riscoprire la bellezza del tempo donato, che porta con sé parole di verità, che ridanno fiducia perché parlano di affidabilità; che porta con sé capacità di condivisione, che è l’unica strada che ricostruisce la speranza nel futuro", queste alcune parole con cui si è chiusa la lettera pervenuta alla Christiana Fraternitas...

Mercoledì 28 dicembre 2022 alle ore 19:30, presso la Cappella "Santi benedetto e Scolastica" della Casa Apostolica si è svolta la Celebrazione Capitolare Ecumenica del Vespro e il canto del "Te Deum". La preghiera è stata svolta come di tradizione della Comunità qualche giorno in anticipo in modo da consentire di stare in famiglia e nelle rispettive Comunità di fede i monaci e quanti ci seguono. Il vespro è stato trasmesso in diretta Facebook per raggiungere quanti desideravano condividere con la Famiglia Monastica il ringraziamento di fine anno. Durante la Celebrazione è pervenuta una lettera di fine anno molto importante che è stata lette dall'Abate Antonio.



Testo integrale della lettera

pervenuta in occasione del "Te Deum" di fine anno 2021


Mittente:

Gesù di Nazareth

Alto dei Cieli, 1

cap 00000 Profondo del Cuore (PC)


Destinatario:

Christiana Fraternitas

e per mezzo di essa

al mondo intero

Cari Amici!

Così vi dicevo, quando ero fisicamente in mezzo a voi: non vi chiamerò più servi, ma amici (Gv 15,15).

In queste sere del mio compleanno tra voi ai più conosciuto come la festa del Natale, vi ho sentito ascoltare molte canzoni. Fra queste, ve n’è stata una, che parlava proprio de L’anno che verrà, più conosciuta come Caro amico, ti scrivo di mio figlio Lucio che da qualche anno vive con me. Ho, quindi, pensato che forse anch’io potevo scrivervi una lettera di fine anno, mentre alla finestra già si intravvede l’alba dell’anno che sta per venire.


Figli e figlie mie, dinanzi allo scorrere del tempo potete avere due atteggiamenti.

Uno – quello del Qoelet – disincantato e disilluso: Una generazione se ne va e un'altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. Il vento va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento (1,4-6).


Oppure, il secondo, quello dell’Apocalisse, misterioso ma pieno di speranza:

Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c'era più. Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli». E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell'acqua della vita (21,1.5-6).


Miei cari, in fondo, un anno non è nuovo, se non diventa nuovo il vostro cuore ed il modo con cui usate il tempo che vi dono…


… il tempo che io vi dono…

E sì! Il punto è proprio qui, la novità sta proprio qui! Nella vostra capacità di comprendere che il tempo non vi spetta, ma è un dono che ricevete.

Quante volte mi sono dovuto rivolgere al mio popolo, per ricordargli tutte le opere che ho compiuto per lui e per la sua salvezza: Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto. Il tuo vestito non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant'anni (Dt 8,4).

E quante volte devo ricordare anche a voi questa verità semplice ed ovvia, ma che spesso dimenticate: il tempo non è vostro, ma è una estensione del mio amore verso di voi. Sono io a elargirlo a tutti voi perché voi sperimentiate la vita, quella piena che ho preparato per voi.


Spesso dimenticate questa verità e vi sentite padroni del tempo, proprietari del tempo, e lo vivete con una ingratitudine del cuore che vi fa perdere la bellezza della vita.


Penso al tempo che passate in rapporti menzogneri, artefatti. Rapporti nei quali vi rivolgete parole che esprimono sentimenti diversi da quelli che veramente provate; parole in cui fingete interesse verso qualcuno, la cui vita non vi sta veramente a cuore. Talvolta sono persino parole di preghiera, rivolte a me, mentre il vostro cuore e la vostra mente vagano altrove. Penso a quelle parole, con le quali tentate di giustificare le vostre azioni e le vostre scelte, pur sapendo che esse sono state semplicemente un errore. Basterebbe dire: “hai ragione! Ho sbagliato! Scusami”. Ed invece cercate di giustificare l’ingiustificabile. Sono parole, che dovrebbero esprimere sentimenti e legami forti ed intimi, dinanzi alle quali create attese e speranze nel cuore delle persone, e poi le deludete…

Eppure ve lo avevo detto con chiarezza: il vostro parlare sia sì, dove è sì e no, dove è no. Perché il di più viene dal maligno (cf Mt 5, 37).


Penso al tempo che perdete nel rincorrere un guadagno spasmodico, al quale siete capaci di sottomettere tutto, anche la dignità dei vostri fratelli. Quanti di voi misurano il valore del loro tempo, in base ai soldi che hanno incassato, alla ricchezza che hanno prodotto per se stessi. Si appagano di accumulare ricchezze con le quali creare nuove occasioni di sfruttamento, per accrescere ancora di più ricchezza e potere, mai sazi, mai paghi di quello che hanno. Eppure lo avevo detto: sciocco, questa sera stessa ti sarà chiesta indietro la tua vita. E quello che hai accumulato di chi sarà? (Lc 16, 20).


Mi riferisco al tempo sprecato nel pensare, progettare e realizzare il male contro il fratello, soprattutto quando è indifeso. Talvolta, vi vedo simili a quelle bestie feroci che, allora lasciano il collo della preda, quando essa rimane immobile e priva di vita. Vi sono alcuni che si lasciano così tanto pietrificare il cuore da svegliarsi al mattino con il pensiero fisso di cosa dire, cosa scrivere, cosa fare contro qualcuno. Annebbiati così tanto dal loro odio, da non accorgersi che infettano se stessi ed i luoghi in cui vivono, che prima o poi lo rigetteranno, esausti del putridume che esce dal loro cuore. Eppure lo avevo detto di stare attenti al male che sta accovacciato alla porta del vostro cuore (Gen 4,7), perché a ciascuno di voi, come a Caino, renderò conto chiedendo: dov’è tuo fratello? (Gen 4,9).


Penso – con un atroce dolore al cuore – al tempo dissennato che sprecate nel fare la guerra dalla quale uscite sempre tutti sconfitti, anche chi si illude di aver vinto. Ne esce sconfitta la terra, martoriata dalla distruzione; ne esce sconfitta la bellezza delle vostre opere, per sempre distrutte e perdute sotto i colpi delle bombe; ne escono sconfitti i bambini, che – spaventati da tanta bruttura – avranno per sempre perso il sorriso, se non addirittura la stessa vita che si era appena affacciata alla terra. Ne escono sconfitti gli uomini e le donne, gli adulti e gli anziani, che impiegheranno anni per cancellare le ferite del cuore e forse non riavranno mai più indietro chi e ciò che hanno perduto. Ne escono sconfitti i potenti, perché loro non patiscono la guerra che infliggono e, per questo, rimarranno odiati dalla storia. Eppure vi avevo avvertito che solo gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio (Mt 5,9).


Quanto tempo sprecate in cose che vi avvelenano e vi distruggono… e tutto questo, perché avete smesso di considerare il tempo come il dono e vi siete illusi di potervene appropriare.



Ma, miei amati figlie e figlie, io sono ancora qui, alla porta del vostro cuore e busso (Ap 3, 20) mentre l’anno nuovo fa capolino alle soglie della vostra vita, io vi auguro di riscoprire la bellezza del tempo donato, che porta con sé parole di verità, che ridanno fiducia perché parlano di affidabilità; che porta con sé capacità di condivisione, che è l’unica strada che ricostruisce la speranza nel futuro. Vi auguro di riscoprire la bellezza del tempo donato che apre il cuore alla riconciliazione ed ai rapporti costruttivi; che instilla nel cuore l’anelito della pace e dell’amore, senza dei quali nessun domani potrete consegnare ai vostri figli.


Cari Amici vi ho scritto perché vi auguro di riscoprire che ogni istante di tempo è un segno della mia benevolenza verso di voi; e così, finalmente, la smetterete di sentirvi soli ed arrabbiati, e vi arrenderete alla bellezza del lasciarsi amare…

Auguri di buon anno!

Gesù di Nazareth

(dom Tonino +)


Qui sotto il video integrale della Celebrazione.




Comments


bottom of page