"Abbiamo il desiderio di fare da ponte tra chi si è autoescluso dalla vita sociale, a causa dei suoi errori, e la società, che per un meccanismo di autodifesa vorrebbe continuare ad escludere chi ha commesso errori". L'intento della Christiana Fraternitas alla base della Convenzione stipulata con l'ULEPE lo scorso 28 luglio 2022
a cura di fr. Franzino Avv. Renzullo, Cancelliere della Comunità
“Io ti dico: Alzati!” (Mc 5, 41)
Lo scorso 28 luglio è stato siglato un accordo di collaborazione per la realizzazione di attività inclusive e a valenza riparativa tra la nostra Comunità Monastica e l’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Taranto – ULEPE.
Questa importante e significativa convenzione con il Ministero della Giustizia mira ad una fattiva e concreta realizzazione della cosiddetta “restorative justice”, fondata sull’attuazione di progetti ed attività di volontariato volti a favorire i temi della giustizia riparativa, della mediazione penale e di tutela delle vittime del reato. Va, però, anche sottolineata la necessità che la società non faccia delle carceri e del sistema penitenziario una sorta di ghetto in cui relegare chi ha sbagliato, cancellandolo dalla propria memoria. Esiste l’errore di chi delinque, ma esiste l’altrettanto errore di una società che non sia capace di offrire nuove possibilità, attraverso percorsi seri e mirati, personalizzati.
Sulle orme dell’insegnamento evangelico e alla luce delle direttive comunitarie occorre lavorare sulla complementarietà tra sistema penale e giustizia riparativa, al fine di giungere ad una proficua tutela e protezione delle vittime, assicurando la fattiva collaborazione per la risoluzione di tutte quelle forme oppressive e persecutorie dipendenti dalla conseguente vittimizzazione dei casi.
Ancora, si evince la necessità permeante e l’urgenza sociale di istituire realtà quotidiane che tengano conto di tali prerogative e, nello specifico, di istituire spazi di maggiore attenzione e di proficua riflessione sulla giustizia riparativa, con mediazione rivolta agli adulti sottoposti ad esecuzione penale esterna.
In tale direzione, la Christiana Fraternitas, attenta a tutte le declinazioni umane, creerà spazi di concreta risoluzione del “conflitto del reato”, attiverà programmi inclusivi a valenza riparativa svolgendo attività di formazione, di studio e di analisi sulle dinamiche interne, al fine di riconciliare e ricomporre le fratture con la società determinate dai fatti delittuosi.
Questo ulteriore impegno di grande rilevanza sociale è, per la nostra Comunità, un’occasione – fortemente voluta – per incarnare, nella società e nel territorio nel quale svogliamo la nostra attività spirituale e pastorale, il vangelo di Gesù che è annuncio della buona novella: «lo Spirito mi ha mandato ad annunciare la libertà ai prigionieri, l’anno della misericordia del Signore» (Lc 4).
Abbiamo il desiderio di fare da ponte tra chi si è autoescluso dalla vita sociale, a causa dei suoi errori, e la società, che per un meccanismo di autodifesa vorrebbe continuare ad escludere chi ha commesso errori. Vorremmo offrire una seconda chance tanto al reo tanto alla società: al reo per ritrovare la giustizia ed il reinserimento sociale; alla società per ritrovare le vere dimensioni della sua umanità. Ovviamente tutto questo può farsi solo attraverso percorsi educativi (e rieducativi) importanti che, tuttavia, non vanno intesi a senso unico, come se di essere rieducato abbia bisogno solo il “carcerato”; perché anche la comunità sociale ha impellente bisogno di essere rieducata alla comprensione della dignità delle persone, indipendentemente anche dai loro sbagli, e a liberarsi da un certo giustizialismo patologico, che le preclude la gioia di essere generatrice di vita.
Con viva passione e col cuore colmo di speranza, la nostra Comunità è già pronta ad aprire le porte a questi fratelli e sorelle. poiché più si cerca Dio e più si è liberi.
Pax! Ut unum sint!
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