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Presentata la II edizione del libro "Maria di Nazareth. Un Vangelo per tutti" di dom Antonio Perrella

Con i patrocini del "Dipartimento Jonico in sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società ambiente e culture" dell'Università di Bari "Aldo Moro", del Comune di Taranto e della Christiana Fraternitas, giovedì 5 dicembre 2024 alle ore 18, presso la Sala degli Specchi del Palazzo di Città è stata presenta la II edizione del testo "Maria di Nazareth. Un Vangelo per tutti" di Antonio Perrella.


Nonostante le condizioni climatiche la Sala degli Specchi del Palazzo di Città ha ospitato numerose persone convenute per la presentazione della II edizione del libro "Maria di Nazareth" a firma dell'Abate Perrella. Un bel successo editoriale che vanta la giovane Casa Editrice della Comunità Monastica Ecumenica "Christiana Fraternitas".

Tra il pubblico sono degni di menzione i tanti studenti della Facoltà di Giurisprudenza del Dipartimento Jonico UniBa.


Motivo di onore è stata la presenza del Capo di Gabinetto del Sindaco della Città di Taranto, l'Avv. Greta MARRAFFA, la quale ha rivolto il saluto dell'Amministrazione ed ha speso parole di grande apprezzamento per l'utilità del lavoro svolto dall'Autore in favore delle donne prendendo come paradigma la testimonianza di Maria di Nazareth.


A moderare l'incontro è stato il Prof. Stefano VINCI, Docente di Storia del Diritto medievale e moderno e Coordinatore del Consiglio di interclasse in giurisprudenza e in scienze giuridiche per l’immigrazione, i diritti umani e l’interculturalità presso il Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari

“Aldo Moro”. Il Professor Vinci, "varcando l'onda" dell'approccio storico-critico adottato dal Perrella ha collegato gli interventi dei relatori sottolineando di volta in volta la novità di uno sguardo a Maria e alla sua storia scevro da sovrastrutture. Vinci ha trovato interessante come l'Autore abbia, nel testo, fatto riferimento alla condizione giuridica della donna nel contesto socio-culturale del tempo della Madre di Gesù.


La presentazione dell'Opera è stata curata dalla Professoressa Adriana CHIRICO, Docente di Diritto Canonico e delle Religioni del Mediterraneo presso il Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. La Professoressa Chirico, con grande competenza ha favorito un excursus preciso sui temi trattati nei capitoli del libro. I sentimenti, le emozioni, i dubbi, i dolori come anche il cercare di delineare un profilo psicologico della Galileana nonché gli insegnamenti che da tutta questa testimonianza di vita ne derivano sono stati gli argomenti che ha trattato la Professoressa centrando appieno l'intento dell'Autore e cioè restituire alla conoscenza dei più Maria nella sua bellezza irripetibile così come viene riportata dalle Fonti, ovvero i testi dei Vangeli.


Qui sotto ci piace condividere il testo integrale della presentazione della Professoressa Chirico per consentire la conoscenza del nucleo della discussione a quanti non hanno avuto la possibilità di essere presenti all'evento.


 

Testo integrale della presentazione della II Edizione di

"Maria di Nazareth. Un Vangelo per tutti"

a cura della Prof. Adriana Chirico


Inizio dicendo subito che apprezzo molto il libro dell’abate Antonio Perrella non solo per lo sforzo di ricerca storico-esegetica a cui ha sottoposto il suo contributo, ma soprattutto perché, nel restituirci l’immagine fortemente umanizzata della figura di Maria di Nazareth, ci fa vedere un tratto distintivo della dimensione religiosa legata alla fede cristiana. Si tratta di una fede che ha permeato e continua ancora, in forme diverse, a sorreggere molti aspetti della nostra vita sociale a culturale.

Penso in questo momento alle multiformi varianti della innologia cristiana che esaltano i tanti e talora misteriosi aspetti della vita e della umanità di Maria, vista come compagna di vita, come fonte di speranza, nella bellezza della semplicità umana che è l’aspetto che più la caratterizza. Ma penso anche alla ancora più ricca storia iconografica, che fa della Madonna il simbolo vivente della grandezza umana rivestita di innocente semplicità, che tutto accetta con umiltà e con coraggio.


Questa è l’immagine che effettivamente abbiamo se riandiamo con la memoria alla donna bella e pura dell’annunciazione del Beato Angelico e questa sensazione è ancora più forte, andando in altra epoca storica, ai dipinti così carnali e concreti del Caravaggio o anche di Michelangelo.


Il libro di padre Perrella si colloca in questa dimensione che fa parte di una lunga storia riguardante l’immagine di Maria di Nazareth. Il libro ha come titolo significativo «Maria di Nazareth, un Vangelo per tutti», laddove Vangelo, nel suo significato etimologico di Evanghelio, significa una buona notizia e la figura di Maria è presentata dall’Autore come una buona notizia. E lo fa attraverso una indagine storica su questa donna unica nella storia, facendola comprendere come l’archetipo di una rivoluzione per le donne di tutti i tempi, facendo riacquistare, nell’uomo e nella donna di oggi, quella fiducia in se stessi che, se recuperata e vissuta, è capace di affrontare qualsiasi cosa la vita prospetta.


Abbiamo così uno studio sulla figura di Maria spogliata dai caratteri dogmatici della pura credenza religiosa, per impostare un discorso su Maria come donna e non sulla sua storia. Attraverso le fonti evangeliche l’Autore ha cercato di ritrarre questa figura umana particolare, che dimostra, attraverso la sua condotta di vita e attraverso le sue decisioni, di avere una forza vitale che sfida i condizionamenti sociali e religiosi, in un tempo in cui tutto questo non era scontato.


Non a caso l’Autore dedica questo studio a tutte le donne – creature straordinarie e coraggiose - come egli scrive – e una dedica speciale rivolge alle mamme, che rendono più bella la nostra vita con il loro amore, come ha fatto Maria, Madre di tutti i cristiani e dell’intera umanità.


Il volume si compone di 7 capitoli, e in ognuno di essi è sottolineata una particolarità specifica della fanciulla di Nazareth, mentre in appendice sono illustrati i 7 dolori di Maria. Attraverso questo lungo percorso viene delineato il modo d’essere di questa donna presentata come del tutto prossima a ognuno di noi, indicandola con aggettivi che appartengono alla vita di tutti: coraggio, timore, fede, speranza. In questo senso l’Autore invita ad una lettura critica della storia di Maria di Nazareh, attraverso un’ottica diversa da quella in cui siamo soliti guardare alla figura di questa donna, per riappropriarci della sua esperienza umana. Maria, come tutti sappiamo, era una ragazzina ebrea palestinese di circa 13-14 anni che abitava in un villaggio della provincia della Galilea, chiamato Nazareth. E’ facile immaginare quale fosse la condizione femminile in quell’epoca storica che non permetteva alla donna nemmeno di esprimersi. In questo preciso contesto questa donna sostiene di aspettare un figlio prima del matrimonio e, inoltre, non dal suo futuro sposo ma per opera dello Spirito Santo. Chi mai l’avrebbe creduta? C’erano tutte le premesse perché ne nascesse un grande scandalo. Sicché, fa notare l’Autore, per Maria sarebbe stato molto più semplice accelerare il matrimonio con Giuseppe per dare una copertura alla sua gravidanza.


Invece, questa donna rischia in prima persona, non accetta giudizi e pregiudizi, sceglie liberamente, dimostrando così la sua forte personalità di accettare e portare avanti quel progetto che era stato pensato per lei. Quindi, è proprio il suo coraggio anticonformista che fa di lei, la grandezza di essere una donna vissuta in Palestina duemila anni fa.


Anche la sua esperienza di fede non era convenzionale. All’apparire dell’Angelo che le annuncia la gravidanza non si turba e anche la libertà e la risolutezza con cui Maria agisce, fanno di lei una donna che si distacca dall’ordinario del suo tempo, pur mantenendo una profonda umiltà, che nasce dall’ascolto e dalla fede e di lei continuiamo a vedere- nella lettura dei testi- che è stata donna, moglie e madre.


Traspare, qui, la finalità che Padre Perrella ha voluto dare al libro, mostrare la normalità di Maria, anche nei dubbi che possono averla attraversata, dal senso di smarrimento per ciò che accadeva intorno a lei, come vediamo dall’episodio dell’Annunciazione: dinnanzi all’angelo che le comunica che sarebbe diventata la madre di Gesù, lei risponde con lo stupore di una donna semplice e umile «come è possibile, non conosco uomo?».


Questo è uno dei tratti umani presenti in Maria, quei tratti che convergano a delineare le dimensioni della sua vita, fatte di slanci e di timori, così come le sue scelte e i suoi sacrifici, che sono testimonianza - osserva l’Autore - su come vivere ed abitare la nostra umanità, dandole un senso.


Maria è anche la donna dell’umana debolezza. Una debolezza che notiamo in particolare in due avvenimenti, il ritrovamento di Gesù tra i dottori del tempio e la decisione di mettersi in viaggio, con altri membri della sua famiglia, con l’intenzione di riprendersi Gesù.


Maria, secondo Perrella, compie degli errori, come è umano per una mamma che si preoccupa del figlio, che vuole proteggerlo. E’ il caso di quando Gesù si distacca da lei, e viene ritrovato al tempio a discutere con i dottori e Lei lo rimprovera: «Figlio, perché ci hai fatto questo?» Prevalgono i sentimenti umani, lo spirito materno, protettivo, quasi correndo il rischio di dimenticare che Gesù non apparteneva a lei ma a tutta l’umanità perché era venuto al mondo per un progetto ben preciso.


Maria è anche la donna del coraggio che viene ribadito anche in alcuni episodi descritti dall’Autore nel secondo capitolo del libro, che ha per titolo “Coraggio e timori”, due sentimenti contrastanti, qualità umane che abitano anche in ognuno di noi. Il coraggio per aver accettato liberamente ciò che costituiva uno scandalo in quell’epoca, ma anche il coraggio di sapere di andare incontro ad un eventuale scontro con le autorità politiche, sospettose verso i tanti messia di quel tempo.


Colpisce, quindi, il coraggio anticonformista di Maria, in un contesto come quello descritto, nell’accettare di essere la madre di Gesù, nel riconoscere nel suo figlio, il figlio di Dio, coraggio ma anche grande umiltà nel non vantare pretese o diritti per questo.

Un altro tratto caratteristico della personalità di Maria è la disponibilità, cioè l’apertura cordiale ai bisogni altrui.


La disponibilità di Maria la possiamo leggere al momento dell’Annunciazione e in quello della visita alla parente Elisabetta. Al momento dell’Annunciazione: Maria comprende e accoglie l’Angelo in quanto la sua disponibilità viene in Lei prima del sì.

In questo senso Maria ha anche obbedito coraggiosamente; a volte, anche per noi, quando sentiamo parlare di obbedienza scattano meccanismi di difesa. Ma Maria non intende l’obbedienza come accettazione di un’ imposizione, di un comando esterno, ma come accoglimento di un progetto teso al bene. Quindi - osserva l’Autore - l’ascolto obbediente è la piena realizzazione dell’umanità di una persona, perché le fa trovare il suo potenziale nel realizzare relazioni significative e costruttive.


La disponibilità di Maria la leggiamo ancora nella visita alla parente Elisabetta nel momento in cui questa si trova in una situazione di bisogno; infatti Elisabetta, avanti negli anni e fino a quel momento sterile, era al sesto mese di gravidanza. Appena appreso lo stato di necessità Maria si reca dalla sua parente e vi resta per ben tre mesi, il tempo necessario per il parto. Maria si mette al servizio del bisogno. E’ disponbile, pronta ad esporsi per un bene più grande.


Un altro suggestivo tratto umano della Vergine il padre Perrella lo intravede nella capacità di silenzio e di ascolto che ella dimostra; il suo non è un silenzio passivo ma è un silenzio dell’accoglienza, dell’adesione, dell’accettazione fiduciosa del disegno divino, come appare nel silenzio straziato davanti a suo Figlio appeso alla croce. Ella sta solida, in piedi, fedele alla sua chiamata, in silenzio, presso la croce del Figlio.


Il silenzio di Maria però è un silenzio attivo perché in funzione dell’ascolto, sa fare silenzio perché è disposta all’ascolto. «Oggi – scrive opportunamente l’Autore - è più che mai importante recuperare il tempo del silenzio, perché spesso il silenzio è una dimensione spesso trascurata»; esso appare come «una urgenza antropologica prima ancora che spirituale. Tornare a guardarsi dentro per ricercare la comunione con Dio (silenzio estatico) e trovare il vero senso di se stesso (silenzio introspettivo). Queste due forme di silenzio vanno assieme altrimenti con il solo silenzio introspettivo, l’uomo rischia di cercare risposte in se stesso e di fare di se il senso della propria vita. Un silenzio attivo, dunque, in funzione dell’ascolto».


La conclusione che Perrella trae dal suo lungo percorso esegetico è che lo sguardo rivolto alla figura umana di Maria è capace di dare, nell’essere umano contemporaneo, nuovo senso e nuovo slancio alla fede, perché la fede cristiana non chiede una adesione per privare la personalità di ognuno dei suoi tratti umani, caratteriali, spirituali. La fede cristiana invita l’uomo ad aderire alla comunità ecclesiale così come esso è, accettando e accogliendo tutti i tratti umani che fanno parte della sua personalità interiore. E questa sensibilità viene proprio dallo sguardo caratterizzante della personalità di Maria, la donna che sa parlare all’umanità di oggi, che sa dire una parola di coraggio e di fiducia in un mondo che sembra aver perso i tratti della ragione e della fede aperta al destino ultimo della vita.


Chiudo con una piccola, ma a mio parere suggestiva citazione da una tra le opere più belle dello scrittore francese Paul Claudel, l’Annuncio a Maria, una tra le opere letterarie più grandiose del’900. Nel momento in cui è svelato il senso sacrificale della morte di Violaine, Claudel scrive: «La mia piccola Violaine è stata più saggia. Forse che il fine della vita è vivere? forse che i figli di Dio resteranno con fermi piedi su questa miserabile terra? Non vivere, ma morire, e non digrossar la croce ma salirvi, e dare in letizia ciò che abbiamo. Qui sta la gioia, la libertà, la grazia, la giovinezza eterna! [...]

Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data? E perché tormentarsi quando è così semplice obbedire?».


 

Dom Antonio PERRELLA, autore del testo, ha concluso l'incontro dando direttrici per orientarsi nella lettura del testo e spiegando le ragioni per cui ha deciso di scrivere un libro su questa figura bibilica. Si è reso disponibile anche alle molte domande del pubblico, tra cui quelle degli studenti universitari che si sono mostrati stimolati dagli argomenti trattati.


Ci piace concludere questo reportage citando un passaggio tratto del Libro presentato

che possa invitare alla lettura: "Maria di Nazareth ci mostra che la vita va vissuta, costi quel che costi, che è un dono troppo grande per lasciarla scorrere come se fosse scontata. Maria ci parla del fatto che ogni storia umana, che ogni persona può essere speciale, unica e irripetibile, che nessuno è troppo piccolo o insignificante per non provare a fare qualcosa di grande, per rinuciare dall’inizio a lasciare il segno".


L' Edizioni Christiana Fraternitas è grata ad Antonio Perrella per il suo lavoro ininterrotto di ricerca e di spessore. In un contesto epocale in cui il cristianesimo sta delineandosi da un lato come una religione culturale cioè non una fede che diventa atteggiamento esistenziale e dall'altro lato un fenomeno ormai passato e del tutto irrilevante, gli scritti di Perrella vogliono restituire la giovinezza e la freschezza che deriva da un approccio intelligente alla Sacra Scrittura per rifondare i motivi dell'essere cristiano e godere della gioia della fede ma anche riscoprire la valenza del positivo antropologico che ancora il cristianesimo può dare al mondo. È possibile ottenere il testo contattandoci oppure cercandolo su Amazon.






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