Il 6 agosto 2019, presso la Casa d'Amministrazione dell'Ordine, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Heinz Lederleitner, Vescovo d'Austria per la Chiesa Veterocattolica dell'Unione di UTRECHT, ha tenuto una lectio sulle parabole del tesoro trovato e la perla preziosa in MT 13, 44-46
Testo integrale della Lectio del Vescovo Heinz Lederleitner
Il tesoro nascosto e la perla preziosa
Matteo 13,44-46
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Sono due parabole „gemelle“, le più brevi di Gesù. Lo stesso tema compare anche nelle parabole successive della pecora persa e della moneta persa. Parabole gemelle che hanno insito nel racconto lo stesso messaggio e la stessa struttura, come un farmaco da somministrare in due dosi. Il punto che Gesù voleva sottolineare per lui era molto importante.
La dinamica e la struttura delle due parabole è la stessa, il messaggio „vende tutti i suoi averi e la compra“ è lo stesso, ma Gesù vuole anche far capire, che questo caso può presentarsi in due varianti. Vuole dire: State attenti, vedete che ambedue queste circostanze possono accadere nella vita. Nella prima parabola si tratta di un affittuario: per acquisire il tesoro deve comprare il campo, egli è un uomo povero, oggi si direbbe un appartenente al proletariato. Nella seconda parabola il protagonista è nel testo greco un emptor, un mercante all’ingrosso, un uomo ricco tipo big business. La prima parabola si sviluppa nella „minor league“, la seconda nella „champions league“. Cè anche un altra diversità importante: L’affittuario della prima parabola non sta cercando nulla, egli trova il tesoro per caso, il che indica che esiste gente che non cerca niente e trova qualcosa senza fatica particolare. Il mercante della seconda parabola cerca la perla per molto tempo prima di trovarla, e questo vuol dire che esistono persone che devono fare un lungo cammino prima di trovare ciò che cercano. Ma nella conclusione tutte e due le parabole sono uguali.
Gesù è un uomo che non spende molte parole ma che allo stesso tempo sa disegnare e illustrare scene potenzialmente cinematografiche. E sa concentrarsi sul punto centrale. Lui non usa mai il linguaggio delle persone „pie“ nelle sue parabole, ma quello laico, secolare. Una scelta importante ed esemplare per quelli che predicano il vangelo!
Ambedue le parabole creano emozioni forti, adesso cerchiamo di scoprire il mondo che disegnano e illustrano. La prima comincia con „un uomo“, il che vuol dire che potrebbe essere chiunque. Potrebbe accadere anche a te; anche tu, ascoltatore, sei un uomo come quello della parabola. Ma che tipo umano era? Gesù fa capire ai suoi ascoltatori che si tratta di un uomo povero, un affittuario; non è il proprietario del campo ma deve lavorare nel campo; tuttavia egli non è misero come un bracciante perché ha beni da vendere per essere in grado di comprare il campo. Al tempo di Gesù esistevano numerosi affittuari, la società in Palestina attraversava un periodo difficile, molti proprietari perdevano i propri campi, requisiti dai Romani e dati agli ufficiali in congedo, altri non erano in grado di pagare le tasse troppo alte ed erano costretti a vendere... Per cui la società era composta per il 4/5per cento da uomini che vivevano nel lusso“, che non dovendo lavorare erano in „ozio“; quindi si occupavano di filsosofia, andavano a caccia oppure seducevano le donne o prepararavano una guerra, insomma godevano una vita di benessere; altri, per il 5 per cento, erano di classe media, avevano tutto il necessario ma dovevano lavorare; il 60 per cento era costituito da poveri in condizioni di proletariato, persone che lavorano e devono risparmiare, che ad esempio possono mangiare carne soltanto nei giorni di grande festa; il resto, per il 30 per cento, erano sottoproletariato, emarginati, mendicanti, malati con malattie croniche. Molti erano scivolati in questo ultimo gruppo all’avvento della dominazione romana. Allora come oggi periodi di siccità determinavano ulteriore povertà e tanti morivano di fame. Così molti ebrei emigravano, al tempo di Gesù soltanto un milione viveva in Palestina e cinque milioni in altri parti dell‘impero Romano.
Insomma quando si parla di „popolo“, in Palestina al tempo di Gesù, in agricoltura si deve pensare ad affittuari come l’uomo della nostra parabola, che trova per caso un tesoro nascosto. Il racconto a noi può sembrare una fiaba, però in quel momento storico poteva accadere davvero: c’era tanta paura dei ladri e nei periodi di guerra non esisteve altra possibilà che nascondere i soldi risparmiati fuori casa per sottrarli al saccheggio dei soldati, per esempio sotterrandoli nel proprio campo. E capitava che l’uomo che nascondeva i suoi averi morisse prima di communicare il nascondiglio ai suoi eredi.
L’uomo della nostra parabola lavora nel campo con l‘aratro e si può immaginare la scena: l’ aratro si ferma, l’uomo, già stanco, bestemmia „:.“un altra pietra“, e poi, guardando sotto, scopre un contenitore, lo apre e,- non può credere ai suoi occhi - tanto denaro, argento e oro... Abbastanza per una vita, non soltanto per una bel fine settimana. Poi si guarda intorno, nel caso qualcuno lo avesse visto, copre il contenitore, ci mette sopra un po‘ di terra e vi pone un ramo come segnale. Un momento e tutta la vita cambia... Questo è l’immagine che Gesù ha creato nella mente e negli occhi dei suoi ascoltatori.
Essendo affittuario lui, secondo la legge, non è il proprietario del tesoro e così non gli rimane altro che comprare il terreno. La parabola racconta non soltanto del ritrovamento di un tesoro, ma anche, e soprattutto, di come si possa diventare proprietari del tesoro!
Non è il caso di esitare quando uno trova un tesoro così grande: ignorare il tesoro sarebbe una scelta folle! Quindi prende una decisione, la più radicale possibile. Potete immaginare una decisione più radicale che vendere tutti i propri beni?
Non c’è da perder tempo a valutare i pro e i contro: soltanto agendo in quel modo lui può diventare il vero proprietario del tesoro. È così un uomo si decide per Dio e il suo regno!Non è in discussione il libero arbitrio, l‘unica decisione ragionevole è la scelta per il tesoro! La forza attrattiva del tesoro fà decidere l‘uomo! La gioia di aver trovato il tesoro permette la decisione.
E infatti questa non si chiama la „parabola sulla libera decisione“ ma la „parabola del tesoro nascosto“!
A questo punto Gesù non prosegue nel nel racconto come in molte altre storie, perciò non sappiamo cosa l’uomo faccia con il tesoro, non si parla dell’acquisto di una villa con piscina e così via...
Adesso andiamo a vedere la storia del mercante: Il motivo della ricerca di una perla preziosa non si trova nelle storie diffuse in Palestina. A quel tempo le perle erano più costose dell‘oro e delle pietre preziose: ci troviamo nella „champions league“ dei mercanti ricchi internazionali. Molti potrebbero dire: non mi interessa questa gente. E invece Gesù si interessa anche di queste persone: il suo orizzonte è più grande del nostro. La perla è l’immagine della cosa più bella che possa esistere. E gli amanti delle perle sono persone guidate dall‘estetica. Questo mercante conosce tutti mercati, è stupito del fatto di aver trovato questa perla staordinaria. In questa situazione lui è simile all‘affittuario della prima parabola. Anche lui vende tutto, e ci impiega tanto tempo tempo, perchè ha tanti beni.
Il tema è incentrato su Dio: comene parla Gesù? Per rispondere a questo quesito ricorriamo al metodo delle associazioni spontanee utilizzato in psicologia: le immagini immediate riportate dicono qualcosa di importante sulle persone che le esprimono. Consideriamo ad esempio i termini giardino, scuola, politica, sesso.
Applicando il metodo alla parabola, come si configura il tema „Dio“dal punto di vista di vista di Gesù? Le parole chiave che emergono sono immensità, tesoro, avventura, gioia: tutta la vita cambia.
Secondo punto: Gesù ha scelto il modello di storie sui tesori. Perché? I tesori sono nascosti, come Dio è nascosto. Il tema del Dio nascosto è importante per Gesù. Non si può parlare su Dio come di un oggetto del mondo… Dio è una sorpresa! La ragione non può dire niente su di Lui. Chi è Dio? Come ci si può mettere in contatto con Lui? Queste sono le domande più importanti. Si può valutare la qualità di un discorso su Dio solo quando ci si rende conto che Dio è nascosto. Dio non è lo zio d‘America, Dio è nascosto, non è soltanto invisibile!
La prima parabola parla di un campo che appartiene a un altra persona: l‘affittuario deve comprarlo. Questo è un punto cruciale: Dio non è soltanto nascosto, ma anche „estraneo“. Per avvicinarsi a Dio è necessario rendersi conto che lui rimane „estraneo“. „I mei pensieri non sono vostri pensieri“. Anche nelle relazioni umane più importanti è necessario rispettare l’ altro come un estraneo, con un suo mondo, pensieri e modi propri di vedere ciò che noi chiamiamo „realtà“. Dio rimane sempre estraneo, anche se abbiamo una lunga storia di colloquio con lui. Anche se preghiamo a lungo e intensamente Dio rimane estraneo. Più ci avviciniamo a Dio più lui diventa estraneo, e questo non ci crea paura, ma fà insorgere in noi il desiderio di sempre nuove avventure...
Dio non è „necessario“. Esistono predicatori che dicono „Tu hai bisogno di Dio, perche sei un peccatore“. Questo è un modo sbagliato di parlare su Dio: Per Gesù Dio e il suo regno sono sempre una sorpresa, un dono, un qualcosa che non si può immaginare.
Un modo problematico di parlare su Dio: „Posso vivere anche senza Dio“, l‘affittuario avrebbe potuto sopravvivere anche senza il tesoro, ma dopo averlo scoperto non può farne più a meno. Quando un uomo scopre Dio non vuole più vivere senza di lui.
Per me il punto più importante è questo: Gesù ci dà una visione di Dio come una forza creatrice, un‘avventura, una bellezza immensa, un fascino e una gioia più grande di tutte le gioie che possiamo trovare nelle vita di ogni giorno.
Dio non è la pagliuzza, come viene presentato da alcuni predicatori, lui non è neanche un datore di cibo, lui è lavita stessa! Vivere con Dio diventa un modo di scoprire nuove realtà, vedere il mondo con occhi diversi. Una vita contraddistinta da una ricchezza spirituale.
Un tesoro attira, un tesoro ha il suo fascino - come Dio e il suo regno.
Testo inspirato da una lezione del Professore Siegfried Zimmer, Tubinga, Germania, teologo protestane.
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