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La Christiana Fraternitas custodisce alcuni frammenti dei resti mortali di Benedetto da Norcia

Guardando ai frammenti dei resti del corpo del padre del monachesimo occidentale ricordiamo che Benedetto da Norcia non è un mito ma un fatto, una storia, una testimonianza. Egli ha dedicato la sua vita al quaerere Deum; guardando alle sue impronte per la strada di quel cammino, noi veniamo rincuorati e incoraggiati dal fatto che ognuno di noi può ugualmente trovare la propria strada di vita piena e di felicità vera.


La Comunità Monastica Ecumenica Christiana Fraternitas è una famiglia di uomini e donne che, sentendosi chiamati da Dio, hanno liberamente scelto di condividere la vita e la fede in Gesù con l’aiuto della Regola di Benedetto da Norcia.


L’ispirazione benedettina della Comunità non è solo uno strumento per incarnare un particolare carisma ed una specifica spiritualità. La forma benedettina della vita monastica, infatti, si presenta come proposta concreta di vita ecumenica. Il Cristianesimo che ne deriva è quella forma di Cristianesimo presente all’epoca di Benedetto da Norcia (V-VI secolo) che era un Cristianesimo unitario, previo alle divisioni tra le Chiese iniziate solo nel 1054 d. C. Quello era un Cristianesimo senza aggettivi che hanno iniziato a sorgere 5 secoli dopo.


La testimonianza di vita di Benedetto da Norcia è “esemplare” per il progresso dei monaci, delle monache e di quanto seguono la proposta spirituale della Christiana Fraternitas. Esemplare sta a significare che Benedetto, come tanti altri fratelli e sorelle nella fede, ci mostra che è possibile fare di Dio il centro della vita. La vita di ciascuno di noi è come un cammino e spesso in terre che ci sembrano inesplorate. Trovare un’impronta per terra ci rincuora, perché ci mostra che qualcuno è già passato da quella stessa strada ed ha raggiunto la meta. In questo senso Benedetto è esemplare; ed in questo senso noi guardiamo all’impronta da lui lasciata sulla via del perfetto discepolato di Gesù.


Benedetto ha dedicato la sua vita a quaerere Deum; guardando alle sue impronte per la strada di quel cammino, noi veniamo rincuorati dal fatto che ognuno di noi potrà ugualmente trovare la propria strada.


Da qui deriva l’onore di conservare, custodire e rendere visibili in modo permanente nella nostra Abbazia alcuni frammenti delle spoglie mortali di San Benedetto da Norica.




I frammenti delle spoglie del Padre del monachesimo occidentale e patrono d’Europa sono autenticate dal sigillo del Card. Bartolomeo D’Avanzo che nacque a Avella (Avellino) il 3 luglio 1811. Compì gli studi al seminario di Nola e divenne presbitero per la diocesi di quella città il 20 settembre 1834. Il 18 marzo 1851 fu eletto vescovo di Castellaneta - Taranto e fu consacrato vescovo il 28 dello stesso mese. Il 13 luglio 1860 fu trasferito alle diocesi unite di Calvi e Teano, mantenendo tuttavia la conduzione della diocesi precedente come amministratore apostolico. Il Vescovo di Roma, Papa Pio IX lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 3 aprile 1876 e lo stesso giorno ricevette il titolo di cardinale presbitero di Santa Susanna. Partecipò al conclave del 1878 che elesse papa Leone XIII. Morì all’età di 73 anni e la sua salma fu inumata nella tomba di famiglia del cimitero di Avella.


L’autentica dei frammenti delle spoglie mortali di San Benedetto da Norcia è databile tra il 1851 e il 1876. Infatti, il sigillo in cera lacca, perfettamente intatto e non manomesso, nelle teche riproduce un galero con sei nappe terminali, tipiche degli stemmi episcopali. Il Cardinale D’Avanzo, quindi, era ancora vescovo quando ha autenticato le reliquie. Evidentissimo il suo scudo e il motto "Usque ad perfectam diem" che tratto dal IV Capitolo del Libro dei Proverbi significa: "Fino al giorno prefetto".


fr. Francesco Bechis

Cerimoniere




PAX

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