Venerdì 6 dicembre 2019, il tempo d'Avvento proposto dall'Ordine Monastico Ecumenico Christiana Fraternitas prosegue con la sua IV tappa.
Ogni venerdì d'avvento l'Abate dom Antonio Perrella terrà la predicazione sulla preghiera del Padre nostro. Questa settimana è stata trattata la richiesta: "Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà come in cielo cosi in terra".
La Celebrazione Ecumenica della Parola è arricchita dal lucernario tratto dalle Constitutiones Apostolorum e dal canto delle Antifone Maggiori (comunemente dette: Antifone "O").
Testo integrale della IV meditazione sul Padre nostro del nostro
Rev. mo Padre Abate dom Antonio Perrella
«Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà come in cielo cosi in terra»
Cari Fratelli e Sorelle,
abbiamo già detto, nella precedente meditazione, che la maggior parte degli esegeti ritiene che l’invocazione “Venga il tuo Regno” sia quella centrale del Padre nostro. Ma abbiamo anche affermato, seguendo la linea esegetica di Martini e di altri, che invece per noi l’invocazione centrale è “sia santificato il tuo nome”. Prima di procedere alla riflessione sulle invocazioni o domande di oggi, dobbiamo argomentare meglio perché a noi sembra che “sia santificato il tuo nome” sia la domanda centrale. Sappiamo che la preoccupazione per l’annuncio e la venuta del regno era al centro dell’opera e della parola di Gesù. Tuttavia, la sua peculiare comprensione del Regno di Dio – così diversa da quella comunemente diffusa nel suo tempo – ci fa comprendere che la realtà del Regno era compresa da Gesù a partire da una radice e da una fonte diversa da quella dei suoi contemporanei. Essi vedevano in Dio il Re e Signore potente dell’universo e di Israele in particolare: egli doveva quindi liberare il suo popolo ovvero renderlo sovrano su tutti gli altri popoli. Gesù, invece, aveva mostrato un altro volto di Dio, quello del Padre, colmo di amore, che raggiunge i suoi figli nella delicatezza e nella mitezza di un amore proposto e non imposto. Questa realtà di Dio (il Nome indica appunto la natura, la realtà di una cosa) non poteva non riflettersi in una differente visione del Regno.
Il regno di Dio per Gesù non è la vittoria storica di una potenza su un’altra o di un popolo su un altro. Nessun popolo, neppure se eletto, può garantire a Dio la sua Signoria sul mondo, perché essa si baserebbe sulla forza, sul predominio e sull’imposizione. Se prendiamo tutte le parabole del Regno pronunciate da Gesù ci accorgiamo di due costanti: esso è una realtà piccola, nascosta all’interno dell’uomo, della storia e del mondo, che deve progressivamente svilupparsi; e, secondo, che il Regno in qualche modo già è presente, ma al tempo stesso non del tutto.
Nella prospettiva di Gesù, Dio è, sì, già il Re di ogni cosa, tuttavia, quale Padre amorevole, lascia ad ogni creatura la sua libertà, persino quella di rifiutarlo. Il suo Regno, la sua Signoria non si impongono, ma semplicemente si propongono. Dio regna oggi quando la sua bontà conquista con la mitezza dell’amore l’umile e spontanea adesione di cuori liberi. L’onnipotenza di Dio risplende nella sua sovranità, solo quando il sì a Lui è frutto di libertà innamorata e non di adesione intimorita, costretta oppure più semplicemente convenzionale. Quando, allora, Gesù invoca “Venga il tuo Regno” sta chiedendo al Padre che il suo amore, già presente nel mondo, si faccia spazio e conquisti il cuore degli uomini, perché essi – gustando e vivendo nella piena libertà del loro amore – possano effondere attorno a loro la gioia di una vita piena e feconda vissuta nell’armonia data dalla coscienza della presenza provvida di Dio Padre. La venuta del regno di Dio sorge dal cuore degli uomini che si sono lasciati affascinare ed avvincere dall’amore di Dio; che si sono lasciati conquistare dalla sua mitezza e dalla sua misericordia e sono, così, di conseguenza, divenuti attrattori per altri uomini e donne, che facciano la stessa esaltante ed inedita esperienza di un amore che libera e lascia liberi. Certo!, questo Regno verrà anche dal di fuori dell’uomo, della storia e del mondo, perché esso è dono gratuito di Dio e, per quanto l’umanità possa sforzarsi, deve sempre attendere che Dio completi in lei la sua opera, ma è già seme presente, che sta mettendo radici e con esse avvinghia il mondo e dolcemente lo porta all’amore del Padre. Il Regno di Dio è il potenziale nascosto nel mondo cui mondo ancora deve provare la meraviglia di farne piena e consapevole esperienza.
Perché questo Regno si estenda in mezzo agli uomini, è necessario che si compia la volontà del Padre. Ma qual è la volontà di Dio? È sempre così difficile comprenderlo! Capire cosa Dio ci domandi, di volta in volta, è la vera lotta intima, spirituale, che ciascuno di noi compie! Sarebbe bello che dinanzi ad ogni scelta, ad ogni bivio della vita, ad ogni situazione da affrontare, Dio si mostrasse e ci dicesse: «Questo è ciò che in questo momento voglio da te!». Ma Dio – abbiamo detto prima – non agisce così. Lui non impone! Se si mostrasse, se sempre tutto fosse chiaro, se la strada fosse spianata sempre, allora in qualche modo ci starebbe costringendo a credere in Lui, ci starebbe obbligando a compiere la sua volontà, l’uomo sarebbe come una marionetta nelle mani di Dio e Dio non ha creato marionette, le marionette non sono destinatarie del suo provvido amore. Dio non si impone! Allora per comprendere la volontà di Dio nelle singole cose della vita, bisogna guardare al suo progetto complessivo, alla sua volontà globale sull’uomo.
Per comprendere questa volontà, non possiamo che cercarla nella fonte della verità e della sua rivelazione che è, appunto, la Parola stessa di Dio. L’evangelista Giovanni dichiara: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (3,16-17). Gli fa eco, Paolo nell’inno di Efesini 1: «Poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (vv. 9-10). Rincara la dose in Colossesi 1,15-20: «Cristo è immagine del Dio invisibile (...). Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui (...). Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli». E, poi, sempre Paolo invita tutti a pregare perché la universale salvezza degli uomini: «questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tim 2,3-4).
Questa è la volontà di Dio, a cui i cieli obbediscono e a cui la terra deve imparare ad obbedire: che tutti siano salvi! La volontà di Dio coincide con l’ansia ed il desiderio del suo cuore, ovvero che ogni uomo sia raggiunto dal suo amore liberante che dà vita. La volontà di Dio si compirà quando il suo Regno sarà instaurato, ovvero quando ogni creatura si sarà aperta alla vita nuova dell’amore, che non umilia, che non schiaccia, che non fa male, che non uccide, che non impone, che non porta rancore, che non calpesta, che non ignora, che non offende, che non calunnia, che non distrugge. Quando l’umanità, finalmente, avrà imparato a dire di “sì!” alla vita piena, gioiosa e realizzata del fratello, allora avrà detto di “sì!” alla volontà di Dio ed avrà fatto germogliare in pienezza il regno di Dio.
Ecco, cari fratelli e sorelle, carissimi amici: vogliamo sapere come fare per comprendere cosa Dio ci sta chiedendo nei singoli momenti della vita, anche quelli più bui e difficoltosi? Chiediamoci: ciò che sto per fare, ciò che sto per affrontare, ciò che sto per dire, rende felice il mio fratello? In che modo posso vivere questo momento della mia vita, qualunque cosa essa mi chieda, perché chi mi sta accanto possa sentirsi realizzato, in pace con se stesso, con me e con il mondo intero?
Venga il tuo Regno, anzi, estendi il tuo Regno già presente nel mondo: aiutaci, Signore, ad uscire da noi e dalla pretesa che tutto sia come lo vogliamo noi. Facci uscire nelle vie infinite della tua fantasia, che ha disseminato bellezza e bene in ogni dove. Spezza le catene schiavizzanti del nostro essere ripiegati su noi stessi, sulle nostre occupazioni e preoccupazioni, sui nostri desideri e bisogni. Donaci il brivido di saper mettere l’altro al centro del nostro cuore e della nostra vita, perché così sarai tu davvero il centro di ogni nostra azione. E sorprendici quando, avendo imparato a vivere così, scopriremo – esaltanti – che il tuo Regno è già venuto! Marana-thà! Vieni, Signore Gesù! Amen.
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