top of page

In Nativitate Domini: la veglia di Natale alla Christiana Fraternitas

"Ed, allora, sentiamo il bisogno di dire: piangi ancora, o Bimbo Gesù; cantate sempre, o Angeli! Perché fino a quando quel pianto e quel canto romperanno il silenzio di questa Notte, per noi ci sarà ancora speranza!"; sono le parole dell'omelia dell'Abate per la Celebrazione della Commemorazione del Natale del Signore.

Sabato24 dicembre 2020 alle ore 23:00, presso la Cappella "Santi Benedetto e Scolastica" della Casa Apostolica (Abbey House) della Christiana Fraternitas si è svolta la Celebrazione Capitolare Ecumenica della Parola "in Nativitate Domini" e la Commemorazione della Cena del Signore. La preghiera è stata trasmessa in diretta Facebook per raggiungere quanti desideravano condividere con la Famiglia Monastica l'attesa del Natale.



Testo integrale dell'omelia del Reverendissimo Abate dom Antonio Perrella

in occasione della Celebrazione della Parola

"In Nativitate Domini" 2022


Testo di riferimento Lc 2, 1-14

Questa notte la Parola che abbiamo ascoltato ci ha narrato il pianto di un Bimbo… un canto di Angeli…

Quanto trambusto si è fatto: addobbi da inventare, alberi da decorare, cene da preparare, incontri di parenti e amici, convivi di persone che non si vedono da tempo, tavole imbandite a festa…


Il pianto di un Bimbo… un canto di Angeli…

L’eco di quel pianto e di quel canto giunge fino a noi e ci risveglia dal sonno. Noi, così abituati a correre, pensando solo alle nostre cose da fare, così frettolosi nel rintanarci in casa, dopo le nostre giornate di lavoro, in questo tempo, invece, fermiamo tutto e ci diamo pensiero gli uni degli altri; spendiamo del tempo a cercare regali; occupiamo giornate a inventare modi per stare insieme alle persone che amiamo.


Il pianto di un Bimbo … un canto di Angeli…

Quanto ci sentiamo veri in questi giorni, perché – in fondo – è così che ci piacerebbe essere: generosi, altruisti, premurosi.

Eppure sentiamo che tutto questo è fragile, perché basterà spegnere le luci della festa e noi correremo il rischio di tornare quelli di prima.


Allora, viene da domandarsi: cosa accadrebbe se oggi non fosse Natale? Se non esistesse il Natale? Cosa sarebbe oggi, se non fosse Natale?

Oggi sarebbe uno dei tanti giorni in cui, finito il lavoro, torneremmo nelle nostre case e – stanchi – ci getteremmo sul divano a cercare un po’ di distrazione nella TV. E, se tornati a casa, trovassimo dei bimbi che vogliono giocare, forse – anziché lasciarci intenerire – avvertiremmo come un peso questa ulteriore incombenza d’amore.


Cosa sarebbe oggi, se non fosse Natale?

Sarebbe un altro giorno in cui resterebbe spenta in noi l’emozione di scoprire che abbiamo un Dio così folle da lasciare la gloria del cielo, per scendere in questa terra faticosa. Un giorno in cui non sapremmo neppure che cielo e terra si sono uniti, che Dio e Uomo/Donna sono congiunti in nozze eterne. Non sapremmo affatto che Dio si è fatto uomo, perché l’uomo diventasse dio.


Cosa sarebbe oggi, se non fosse Natale?

Sarebbe un giorno nel quale non avremmo la certezza di essere incondizionatamente amati e che le nostre miserie sono guardate con comprensione e compassione; non sapremmo che la nostra macchia è stata lavata e noi siamo resi creature nuove.


Cosa sarebbe oggi, se non fosse Natale?

Oggi sarebbe un giorno, come tanti, in cui tu che mi stai dinanzi resti un fastidio, resti un potenziale rivale e non saresti mai diventato il mio fratello e la mia sorella amati. Perché non sapremmo di essere parte di un’unica famiglia, quella di Dio, nella quale non esiste spazio di separazione e di divisione, ma solo vincoli di reciproco amore.


Cosa sarebbe oggi, se non fosse Natale?

Un altro giorno miserevole nel quale l’umanità si dimentica che ogni persona umana è degna, è sacra, è inviolabile. Un altro giorno in cui le parole e le mani dei violenti feriscono, le armi uccidono, i mercati schiacciano. Un altro giorno in cui continuerebbero ad esserci persone che godono - incoscienti del senso della vita - ed altre che soffrono e forse sono sul punto di maledire la vita.


Cosa sarebbe oggi, se non fosse Natale?

Un altro giorno nel quale il male avrebbe la meglio e toglierebbe ai credenti e agli uomini di buona volontà la speranza e la voglia di lottare per un mondo migliore; un mondo nel quale a nessuno venga negata la dignità e la gioia della vita.


Ed, allora, sentiamo il bisogno di dire: piangi ancora, o Bimbo Gesù; cantate sempre, o Angeli! Perché fino a quando quel pianto e quel canto romperanno il silenzio di questa Notte, per noi ci sarà ancora speranza!


Piangi, o Bimbo, e mostraci che nel volto di nostro fratello e di nostra sorella, rigato dalle lacrime, tu stesso ci interpelli a prendercene cura.

Piangi ancora, o Bimbo, e metti nelle nostre vene il fremito della compassione, l’anelito della fraternità, il bisogno insaziabile della comunione e della condivisione.

Cantate sempre, Angeli, perché il vostro canto ci ricorda che è definitivamente annullata la distanza tra Dio e noi e che Lui si è fatto uguale a noi, per farci uguali a Lui.

Cantate di nuovo, Angeli! Cantate davanti a Lui e cantate davanti ad ogni uomo e donna, per ricordare a tutti che è la carne umana il santuario in cui Dio ha posto la sua dimora.


Piangi, Bimbo tenerissimo, per risvegliare in tutti la coscienza del vero e del bene, la fame e sete della pace. Piangi, o Bimbo, perché – se perdiamo te ed il tuo Natale – alla fine perdiamo noi stessi e la consapevolezza della nostra dignità divina e infinita.

Piangi, o Bimbo; rompi con il tuo vagito il silenzio delle notti delle coscienze addormentate, sazie dei loro beni, tronfie per il loro potere. Risveglia aneliti di umanità. Piangi, o Bimbo, perché in questa notte, nasci Tu, nella nostra carne umana, e nasciamo anche noi nella possibilità di vivere veramente la nostra natura umana sul modello della Tua.

Piangi, o Bimbo, perché sarà il segno che non ti sei stancato di noi, che hai a cuore il volerci destare da ogni assuefazione disumanizzante e che nel tuo cuore c’è ancora posto per noi. Piangi, perché – alla fine – quando tu tornerai, noi forse avremo finalmente compreso cosa vuol dire essere uomini e donne e così il tuo pianto si trasformerà in gioia e le tue lacrime diverranno un sorriso.

dom Tonino +


Qui sotto il video integrale della Celebrazione.



PAX UT UNUM SINT

Comentários


bottom of page