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Il canto del "Te Deum" e la preghiera della Christiana Fraternitas per il mondo con le parole dell'Abate Antonio

"Imploriamo la tua misericordia perché abbiamo creato un mondo omologato, in cui trovi spazio solo se assecondi il pensiero comune, ti assoggetti alle mode, rinunci alla tua originale identità per accettare la maschera che ti viene imposta. Soprattutto, ti chiediamo perdono perché, pur riconoscendo queste logiche perverse ed oscure, anziché combatterle con la forza della tua profezia, abbiamo preferito inginocchiarci dinanzi ad esse ed accettare supinamente il loro potere schiacciante ed umiliante", queste alcune parole tratte dalla omelia/preghiera pronunciata dell'Abate Perrella in occasione della Celebrazione dei Vespri capitolari e il canto del "Te Deum".

Martedì 31 dicembre 2024 alle ore 17.00, presso la Cappella "Santi benedetto e Scolastica" della Casa Apostolica si è svolta la Celebrazione Capitolare Ecumenica del Vespro e il canto del "Te Deum". Il vespro è stato trasmesso in diretta Facebook per raggiungere quanti desideravano condividere con la Famiglia Monastica il ringraziamento di fine anno.



Testo integrale dell'omelia

dell'Abate dom Antonio Perrella


Cari Frarelli e Sorelle,

la ciclicità del calendario ci mette difronte all’inesorabile realtà del tempo che passa e, per chi conserva ancora coscienza, è il momento di guardarsi alle spalle per tirare le somme sulle condotte messe in essere nei giorni passati e pensare come prodigarsi per migliorarle al fine di un avvenire di bene.


Per questo motivo è opportuno che ci mettiamo davanti al Signore, almeno noi che ci diciamo credenti, con autenticità e lealtà poiché sappiamo che a Lui nulla è celato. Vogliamo farlo si, guardando alle nostre storie personali ma anche alle dinamiche che permeano e caratterizzano la storia del mondo odierno. Noi monaci e monache infatti siamo qui non solo per noi, ma come coloro che, nelle membra del Corpo di Cristo, intercedono - per vocazione - in favore del mondo e della storia e difronte al mondo e alla storia siamo posti come la profezia di Dio.


Non è difficile accorgersi che siamo tutti vittime del fenomeno del “supereroismo”: viviamo cioè in contesto culturale dove tutto e tutti pretendono da noi il massimo delle prestazioni e il minimo - se non l’assoluta assenza- di difetto nell’idea di un aspetto stereotipato, nella formazione che non perdona ritardi, nella prestazione professionale ghiotta di straricavi a discapito di tutto, in un’idea ipertrofica della performance a cui ciascuno di noi è, in tutti i campi, inesorabilmente chiamato ad adeguarsi se non vuole configurarsi come uno scarto delle società civili e religiose.


In questa follia dell’uomo e della donna di oggi si consuma un peccato gravissimo quello cioè di dimenticare le cose che contano: la creaturalità che ci connota e nella quale sussistiamo, la dignità nostra e di ogni cosa voluta da Dio e ci circonda, l’orientamento al bene e la rinuncia – costi quel che costi – al male.


In questo giorno allora, tramonto del vecchio anno e preludio del nuovo, noi vogliamo proclamare la signoria del Dio eterno e misericordioso che ci è stato rivelato da Cristo e che lo Spirto Santo ci suggerisce nel cuore di invocare come Padre per chiedere aiuto e sostegno per noi e per il mondo.


Per questi motivi, sento necessario questa sera di non prolungarmi oltre con un’omelia ma dare voce alla preghiera nostra e del mondo poiché il solo Bene che manca a noi e al mondo è di vivere appieno la Grazia che ci viene da Dio. Cari Fratelli e Sorelle unitevi con il cuore alle mie parole e supplichiamo perdono sul passato e copiose benedizioni e accompagnamento per il nuovo anno da parte del buon Dio che ama tutti.



[Confessio fidei e confessio peccati]

1. Noi ti lodiamo, Dio,

ti proclamiamo Signore,

Padre onnipotente e creatore, e ti riconosciamo fattore del cielo e della terra.

Ti proclamiamo Signore e riconosciamo che solo in te trovano il loro significato le cose che esistono e la storia dell’umanità. E riconosciamo che, nel tuo Figlio, tu verrai a giudicare l’umanità nel suo rapporto con il creato, che le hai affidato.


Riconoscendo che tu sei il Signore, riconosciamo anche che il creato porta l’impronta della tua bellezza e della tua santità.

Oggi, proclamandoti Signore, imploriamo la tua misericordia per le profanazioni del creato, per le violenze sulla natura a causa della ricerca smodata del profitto, per le atrocità sui nostri amici animali ai fini di una sovrabbondante produzione veloce e vantaggiosa. Imploriamo la tua misericordia perché abbiamo oltraggiato la tua bellezza e la tua santità ogni volta che abbiamo dato poco valore all’acqua, all’aria, alla terra e alla sua vegetazione e le abbiamo avvelenate e maltrattate con i nostri abusi.


2. Noi ti lodiamo, Dio,

ti proclamiamo Signore,

Figlio unigenito, e ti riconosciamo redentore dell’uomo e della donna.

Ti proclamiamo Signore e riconosciamo che solo in te trovano il loro significato le singole persone, le società umane e le comunità religiose. E riconosciamo che tu verrai a giudicare ogni uomo e ogni donna nel suo rapporto con l’altro, con la società e con le Chiese.


Riconoscendo che tu sei il Signore, riconosciamo anche che tu sei l’immagine dell’Uomo perfetto e che tu solo ci mostri il vero volto della umana società e del consorzio cristiano.

Oggi, proclamandoti Signore, imploriamo la tua misericordia perché ancora la tua immagine, presente in ogni creatura umana, viene deturpata dal non riconoscimento della dignità di tutti, dallo sfruttamento della prostituzione delle donne e dei bambini, dalla emarginazione sociale e culturale, dallo scarto dell’indifeso, dalle ingiustizie sociali, dai soprusi internazionali, dalle guerre e dalle violenze.

Imploriamo la tua misericordia perché gli Stati dell’opulenza volutamente tengono sotto il giogo del debito internazionale gli Stati dell’indigenza, per sfruttarne la debolezza e le ricche risorse, non permettendo il loro autonomo sviluppo.

Imploriamo la tua misericordia perché, anziché impegnarci nella costruzione del bene comune, ci asteniamo dalla partecipazione alla vita pubblica, preferendo coltivare interessi privati ed a breve scadenza.

Noi imploriamo il tuo perdono, perché abbiamo sfregiato il volto della tua Chiesa con i nostri peccati, con le nostre divisioni, con comunità patologicamente affette da conflitti e tensioni, con una vita di fede tiepida e intorpidita, con il piegare il tuo eterno e divino Evangelo alle mode umane che passano, con dogmi e precetti che schiacciano le persone, anziché liberarle nel tuo amore.



3. Noi ti lodiamo, Dio,

ti proclamiamo Signore,

Spirito consolatore, e ti riconosciamo artista generoso della multiforme bellezza presente nelle persone, nelle cose create e nella storia.

Ti proclamiamo Signore e riconosciamo che solo in te si trovano lo splendore, la verità e la bontà delle cose.


Riconoscendo che tu sei il Signore, riconosciamo anche che tu sei l’Operatore della fantasia divina, che si mostra in modi inaspettati ed in luoghi e territori inediti. E sappiamo, che in Cristo, verrai a giudicare quanti hanno preferito scolorire la realtà anziché accoglierla in tutte le sue sfumature cromatiche.

Oggi, proclamandoti Signore, imploriamo la tua misericordia perché abbiamo paura di ciò che non corrisponde alle nostre logiche e soffochiamo la libertà umana, la libertà di espressione, la libertà di essere diversi.

Imploriamo la tua misericordia perché abbiamo creato un mondo omologato, in cui trovi spazio solo se assecondi il pensiero comune, ti assoggetti alle mode, rinunci alla tua originale identità per accettare la maschera che ti viene imposta. Soprattutto, ti chiediamo perdono perché, pur riconoscendo queste logiche perverse ed oscure, anziché combatterle con la forza della tua profezia, abbiamo preferito inginocchiarci dinanzi ad esse ed accettare supinamente il loro potere schiacciante ed umiliante.

Imploriamo la tua misericordia perché abbiamo cercato di zittirti negli scomodi profeti che sempre susciti nella storia, riducendoli al silenzio, tacciandoli come pazzi, come persone fuori dalle righe. Anziché lasciarci provocare dalla loro coraggiosa libertà, abbiamo cercato in tutti i modi di ridurli alla nostra stessa schiavitù.

Ti chiediamo perdono se, dinanzi a chi ed a ciò che rivendica il diritto di essere sé stesso in pienezza, non abbiamo riconosciuto il segno della tua presenza iridescente, della tua bellezza disseminata, del tuo splendore prismatico; e tutto abbiamo cercato di ingabbiare ed appiattire in schemi e stili rassicuranti, alimentando la babilonica l’illusione che veramente l’uomo possa controllare tutto.



[Imploratio]

4. Nell’anno che si apre, degnati, Signore, di custodirci senza peccato.


Custodiscici dal peccato dell’apatia, della tiepidezza dinanzi alla vita e alle sue sfide, dell’accomodamento dinanzi alla fede.

Custodiscici dal peccato di gettare la spugna, di non volerci far scomodare dalle tue provocazioni.

Custodiscici dal peccato di sprecare il tempo e le occasioni di grazia che tu ci doni vivendo una fede impegnata e davvero coinvolgente tutta la vita.

Custodiscici dal peccato di mancanza di empatia verso le persone e le loro sofferenze e di disinteresse verso ciò che accade nella storia delle famiglie, delle città, delle popolazioni.

Custodiscici dal peccato di una vita sprecata nell’affannosa ricerca del falso bene egoistico, sprecata nella ricerca del superficiale piacere smodato, del sovrarricchimento a tutti i costi.

Custodiscici dal peccato di una esistenza incolore ed insapore perché vissuta senza di te.



[Professio fidei et spei]


5. Tu, Dio eterno, Uno e Trino, Padre e Figlio e Spirito Santo, sei la nostra speranza, sei la nostra vera speranza, tu sei la nostra sola speranza!

Con te, non saremo confusi in eterno. Amen.

dom Antonio Perrella

Abate della Christiana Fraternitas


Qui sotto il video integrale della Celebrazione.







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