Mercoledì 5 gennaio 2022, alle ore 19:30, presso la Cappella della Casa Apostolica (Abbey House) della Christiana Fraternitas si svolgerà la Celebrazione Capitolare Ecumenica della Parola e la Commemorazione della Cena del Signore in occasione dell'Epifania. La preghiera terminerà con la "benedizione dei gessetti" che serviranno il giorno successivo per la "benedizione dei Magi" alle famiglie. In questo articolo sono riportate informazioni necessarie per saperne di più o conoscere questa tradizione.
Storia e curiosità sulla “benedizione dei Magi”
Attorno alla solennità dell’Epifania, di antichissima origine e di ricchissimo contenuto, sono sorte e si sono sviluppate molte tradizioni e genuine espressioni di pietà popolare. Che sia la dodicesima notte (5 gennaio), il dodicesimo giorno di Natale, la vigilia della festa dell'Epifania, oppure il giorno stesso dell'Epifania (6 gennaio), molti cristiani in tutto il mondo (inclusi anglicani, luterani, metodisti, presbiteriani e cattolici romani) scrivono sulle loro porte della loro casa con del gesso una formula, composta da numeri e lettere, per invocare la benedizione del Signore sulle persone che la abitano. In alcune località, ma non in tutte, il gesso usato per scrivere la formula della benedizione è benedetto da un ministro idoneo durante una particolare funzione per il giorno dell'Epifania; i cristiani presenti a queste funzioni portano a casa il gesso e lo usano per scrivere la tipica formula sulle porte delle proprie case (20 + C + M + B + 22 oppure: [23] - [24] - [25]).
Questa usanza ha radici bibliche legate alla Pasqua. Nell'Antico Testamento (Es 12, 1f) è descritto come gli israeliti segnarono le porte delle loro case per essere salvati dalla morte; allo stesso modo la pratica della “benedizione dei Magi” vuole richiamare il segno veterotestamentario invocando aiuto e protezione per le famiglie o gli abitanti fino all'Epifania successiva, quando l'usanza viene ripetuta. Le famiglie compiono questo atto perché vogliono rappresentare e perpetuare l'ospitalità della Famiglia di Gesù verso i Magi in segno di accoglienza ed inclusività. In Italia la tradizione è ancora viva e molto diffusa principalmente nelle regioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, ma anche in altri luoghi dell'arco alpino.
La Chiesa di Roma riconosce questa pratica come genuina espressione di pietà popolare. L'etnologo palermitano Giuseppe Bonomo, nel suo libro “Scongiuri del popolo siciliano”, così scrive: “Varie sono le credenze e le usanze odierne collegate alla festa dell’Epifania. Nel Trentino – per esempio -, specie nei paesi alloglotti, è costume andare in giro per casa cantando preghiere adatte, mentre il capofamiglia scrive col gesso su tutte le porte le lettere: G. M. B. (le iniziali dei nomi dei tre Re Magi)”. Nelle case rurali, il capofamiglia con in mano un piccolo braciere contenente incenso, asperge con l’acqua benedetta la casa per proteggerla dalle tempeste, dalla folgore e dal fuoco. A conclusione del rito, sempre il capofamiglia, scrive sugli architravi delle porte le iniziali dei Re Magi. Questa Tradizione popolare è stata liturgicamente inserita da diverse Chiese nei loro libri rituali ad esempio nel “Rituale Romanum del 1964”, proponendo la benedizione della "creta" (gesso) con cui scrivere sulla porta di casa propria i nomi dei tre “Re” Magi in latino (C + M + B), spiegate anche come abbreviazione di “Christus Mansionem Benedicat” cioè "Cristo benedica la casa". Questa tradizione – oltre al Trentino nord-orientale - non è mai stata molto presente in Italia, mentre nei territori germanici e soprattutto in Polonia è quanto mai viva e diffusa.
In questo affascinante orizzonte di sete e ricerca di Dio che si trasforma in appuntamenti annuali, tradizioni e cultura non si vuole tralasciare di appuntare qualche notizia altrettanto curiosa sull’esistenza di reliquie attribuite ai Magi. Le reliquie dei Santi Magi, trafugate dalla Chiesa di sant'Eustorgio a Milano, furono trasportate a Colonia dall'Imperatore Federico Barbarossa dopo la distruzione della basilica milanese nel 1162. Sono tuttora esposte in splendido reliquiario presso l'altare maggiore della Cattedrale di Colonia. Il Venerabile Beda racconta che san Gaspare, il più giovane dei Magi, quello con la faccia da europeo, portò a Gesù l'incenso. San Melchiorre, più maturo e con la barba, di origine semita, rappresenta l'Asia e porta a Gesù l'oro. San Badassarre, il re magio africano, porta a Gesù la Mirra. La leggenda dice inoltre che in tarda età furono battezzati da San Tommaso apostolo sulla via delle Indie, e morirono in fama di santità (qualcuno dice martiri). Comunque le loro feste negli antichi martirologi sono: 1 gennaio san Gaspare, 6 gennaio san Melchiorre, 11 gennaio san Baldassarre.
Un testo consigliato che riporta un condensato di informazioni storiche e esegetiche sui Magi è: “Interpellati dal Cielo. Sulla strada con i Magi: paradigma del cammino di ogni persona” di Antonio Perrella edito da Edizioni Christiana Fraternitas. È possibile acquistarlo su Amazon oppure contattandoci.
Benedizione dei Magi secondo l'uso
della Christiana Fraternitas
La tradizione della Christiana Fraternitas prevede due momenti per l’invocazione di benedizione: uno “comunitario-ecclesiale” ed uno “comunitario-familiare”. Il primo si tiene al termine della Celebrazione Capitolare ecumenica vigiliare dell’Epifania. La Comunità radunata benedice Dio per i suoi innumerevoli doni elargiti nel creato, nella storia e nelle relazioni a tutti i suoi figli. Si mantiene la forma tradizionale del gesso “da benedire”, ma nel costrutto teologico e spirituale proprio della Chirstiana Fraternitas la benedizione è anzitutto una lode che si innalza a Dio per le sue meraviglie (benedizione ascendente). Al termine della Celebrazione vigiliare, ogni famiglia (etero o omosex) o gruppi di conviventi (studenti o lavoratori) o singole persone portano con sé, per sé e per i propri cari, il gessetto che servirà all’incontro in famiglia. Il secondo momento, poi, si tiene nelle singole case. Il ministro si reca a casa dei fedeli e, insieme a tutti i presenti, danno vita ad una invocazione di benedizione discendente. La comunità domestica, insieme al consacrato, invoca la benedizione di Dio per tutto l’anno a venire seguendo il tradizionale formulario.
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