L'Italia una Repubblica, ancora non del tutto democratica, in cammino nell'attuazione della Carta Costituzionale. L'intervento della Christiana Fraternitas, nella persona del Cancelliere fr. Franzino Avv. Renzullo, in occasione della Festa della Repubblica.
2 giugno, festa della Repubblica Italiana
Carissimi fratelli e sorelle, amici ed amiche che risiedete in Italia, tutti e tutte insieme, celebriamo la Repubblica di questo nostro amato Paese.
È sempre motivo di grande gioia festeggiare la Repubblica poiché si possono guardare i risultati raggiunti in ordine all’attuazione di ciò che fa dell’Italia una vera Repubblica democratica, ovvero la Carta Costituzionale.
Sono tanti i traguardi raggiunti, ma occasioni come questa non ci risparmiano di prendere atto che difronte ad alcune resistenze, omissioni, disinteressi, ostracismi, l’Italia ha ancora da crescere se vuole dirsi veramente un Paese democratico. Lo deve fare senza alcuno sforzo, se non quello di liberarsi da ingerenze. Basta leggere e mettere in atto la Carta che i nostri padri, così illuminati, ci hanno lasciato.
Vi sono 4 articoli della nostra Costituzione che vorremmo portare all’attenzione (o nel peggiore dei casi alla conoscenza) della pubblica opinione per favorire termini di verifica ed eventuali laboratori di riflessione.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 19
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Art. 20
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.
Ciò che è mirabilmente espresso nei principi giuridico-costituzionali è, tuttavia, ben lungi dall’essere sempre attuato nella prassi legislativo-giurisdizionale. La civiltà di uno Stato si riconosce nella misura in cui concretamente garantisce e tutela l’esercizio delle libertà individuali, tra le quali eccellono la libertà di autodeterminazione e la libertà religiosa.
Buona festa a tutte le italiane e gli italiani!
fr. Franzino Renzullo
Comments